'Io e Lei'

di Whittard

 Associazione eno-gastronomica Amici dell'Occhione        

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La moto corre veloce lungo la strada che porta al mare.

Il vento fresco e pungente di una splendida domenica di primavera mi sferza il volto e Lucia stretta a me ride felice e divertita lasciando andare al vento i suoi lunghi capelli ricci.

Ci siamo conosciuti una settimana fa alla festa di compleanno di Paolo.

 

Era con una sua amica che cercava di aprire una bottiglia di vino ed io divertito guardavo la scena da lontano, sorridendo alla simpatica scenetta.

Poi si è girata e mi ha visto, ci siamo guardati, quasi fissati.

Un attimo, un’ora, non saprei dire quanto.

I suoi occhi, il suo sguardo, ho letto qualcosa.

Come quando un libro cadendo lascia intravedere alcune pagine e riesci a leggere al volo delle parole.

E le cose belle che ho letto erano li, davanti a me.

Mi ha sorriso e con una faccia buffa mi ha chiesto aiuto per aprire la bottiglia.

Abbiamo trascorso la serata insieme, parlando di cucina e di sport, di vino e di libri.

Ero incantato: i suoi occhi grandi e neri lasciavano partire degli sguardi così intensi ed espressivi che anticipavano le sue parole, avrei potuto capire i suoi discorsi anche se fosse rimasta in silenzio, le sue labbra carnose si muovevano armoniose lasciando intravedere file di denti bianchi e perfetti, i suoi capelli lunghi e ricci le scendevano lungo le orecchie in piccoli boccoli infantili.

Siamo andati avanti per ore a parlare.

Ogni tanto si avvicinava qualche amico e cercava di inserirsi nella conversazione, ma eravamo impenetrabili, tutti gli assalti venivano respinti e rimandati indietro.

Mi sentivo benissimo e sentivo che anche lei stava bene e desiderava vivere quel momento. Si era creato un involucro intorno a noi e tutto ciò che c’era fuori non esisteva, la musica, gli amici, la confusione.

Io e lei.

Mentre riflettevo su queste cose, lei ha interrotto il suo discorso, mi ha guardato dubbiosa e con un sorriso stupendo mi ha chiesto: Cosa c’è che non va?

Cosa c’è che non va? – ho risposto io, prendendo tempo per pensare alla risposta.

Ho sorriso, non riuscivo a trovare le parole per dirle che ero pazzo di lei, che avrei voluto baciarla e stringerla a me,  prenderle il volto tra le mani e passare le mani tra i suoi capelli folti, odorare la sua pelle e baciarle il collo, sussurrarle nell’orecchio le parole più dolci; che quel momento non finisse mai.

Si è avvicinata a me, quasi riuscisse a sentire i miei pensieri.

Ha chiuso gli occhi.

Mi ha baciato.

I miei pensieri si sono fermati, il mio cuore è esploso.

Ho chiuso gli occhi, ed ho iniziato a volare, trascinato dalla sua forza e dal suo impeto.

 

Siamo arrivati al mare.

Una coppia di ragazzi passeggia in lontananza tenendosi per mano.

Ci togliamo le scarpe ed iniziamo a correre lungo la riva schizzandoci acqua fredda che bagna i nostri vestiti, sudati e stropicciati.

Lei si ferma esausta, mi avvicino, le do un bacio.

Ci sdraiamo sulla sabbia riscaldata da un debole sole primaverile e guardo il cielo, le nuvole, le rondini che volteggiano libere nell’aria.

Sento di essere felice.

 

Una musica in lontananza allieta il mio riposo.

Il volume aumenta, ma continuo a rimanere steso, con il volto sorridente nel mio letto di casa, mentre la sveglia continua a suonare, imperterrita nel suo lavoro.

La canzone è cambiata.

Le note della musica si riversano su di me come un fiume in piena e riempiono la stanza saturandola di dolci melodie.

Ma niente e nessuno potrà interrompere il mio sogno.

Io e Lei.

Sogno?

 

 

 

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