Una storia particolare      - di Whittard - 16 settembre 2003

 

 

Oggi è successa una cosa che mi ha profondamente colpito:

Passeggiavo in via nazionale come faccio quasi tutti i giorni durante la pausa pranzo, quando ho visto, sdraiata lungo il marciapiede, una bambina di circa 10 anni che mostrava in segno di pietà una gamba completamente rovinata e ricoperta da cicatrici.

Subito ho avuto la sensazione dell’ennesima ragazzina che cerca di impietosire i passanti con le sue sfortune, la solita scena vista e rivista, come se ne vedono in continuazione  passeggiando per il centro di Roma.

La scena però è subito cambiata e sono rimasto lì, immobile, a circa 5 metri da lei, incuriosito ed incredulo.

Davanti a lei si è fermato un ragazzo di colore, alto circa 2 metri, enorme, carico di buste di plastica piene di cinte e borse di pelle finta, indossava una tunica bianca che gli arrivava ai piedi e un cappellino in testa tipico di qualche paese africano lontano migliaia di chilometri da noi.

Insomma, il classico venditore ambulante.

Si è fermato davanti a lei e l’ha guardata per un attimo, poi a lasciato cadere in terra tutto il suo carico e si è inchinato per avvicinarsi alla bambina, le ha chiesto qualcosa ma ero troppo distante per sentire, ho visto lei fare un sorriso enorme, lui accarezzarle una guancia, rialzarsi, prendere dalla tasca una manciata di spiccioli e consegnarli alla bambina.

Tutto questo mi ha profondamente colpito:

l’indifferenza totale della gente, la disperazione di chi è costretto a mendicare per vivere, ma soprattutto la sorpresa nel vedere che l’unico segno di umanità è arrivato da un uomo lontano migliaia di chilometri dalla nostra ‘splendida civiltà occidentale’.

 

Whittard